Vol 4, N 2 (2022): Luglio - Dicembre 2022

Descrizione del fascicolo

Phenomena Journal è un giornale semestrale redatto in double-blind peer-review (revisione in doppio cieco alla pari) rivolto ad esperti nei settori della Psicopatologia, delle Neuroscienze e della Psicoterapia. Il giornale ha l’obiettivo di pubblicare articoli, revisioni, ipotesi metodologiche di studio, articoli di opinione, prodotti da nomi del panorama nazionale ed internazionale dei settori di interesse della rivista. In aggiunta il giornale ambisce a diffondere la cultura scientifica nei settori non esclusivamente accademici come ad esempio ambiti clinici non specializzati in progetti di ricerca. Il giornale, gestito dal gruppo di ricerca Phenomena, edito da Marp Edizioni, offre supporto editoriale attraverso una modalità disponibile e flessibile per tutti coloro che vogliono avvicinarci al mondo della Ricerca Scientifica. Gli articoli sono disponibili al sito www.phenomenajournal.it e sono coperti da licenza Open Access. 

In particolare questo numero vanta di una raccolta di articoli curati dalla PhD Veronica Rosa sul topic “Un invito all’osservazione delle possibili applicazioni dell’Approccio Pluralistico Integrato nei trattamenti clinici e nella formazione”.

Gli articoli curati dalla Guest Editor sono:

Il controtransfert nella supervisione pluralistica integrata
Claudia Montanari, Laura Rapanà

Il trattamento psicoterapeutico integrato del disturbo borderline in adolescenza, narrazione di un caso clinico
Ilaria Monticone, Marusca Arcangeletti

Nella stanza del terapeuta “da lontano”. Consapevolezza della propria identità sessuale e attacchi di panico durante la Pandemia attraverso l’Approccio Pluralistico Integrato
Paola Prosperi

Ansia e attacchi di panico, trattamento complesso. Interventi integrati nel trattamento dell’Ansia e degli attacchi di Panico
Antonio Iannazzo, Priscilla Ciufo, Federica Leoni

Un' applicazione dell’approccio pluralistico integrato nei Disturbi Alimentari. Il trattamento di gruppo breve, intensivo, blended
Antonio Iannazzo, Enrichetta Spalletta

La funzione dell'intuizione nel contesto psicologico
Olimpia Armenante, Maria Antonietta Quitadamo

Di seguito il suo EDITORIALE per gli articoli elencati.

Guest Editor Phenomena Journal: Veronica Rosa, PhD

 A.S.P.I.C. – Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità

Ho accolto l’invito a curare questo numero tematico della rivista, consapevole di dover affrontare insieme agli autori un arduo compito data la vastità e la complessità del tema, sia dal punto di vista teorico sia dal punto di vista dell’applicazione clinica. In questa epoca di grandi e complessi mutamenti politici, sociali ed economici e di eventi collettivi traumatici (come la Pandemia da Sars-Covid19 e i conflitti che stanno stravolgendo l’assetto mondiale costituito), stiamo assistendo all’espressione sia di spinte regressive di chiusura verso dogmatismi che difendono la specificità e l’appartenenza, sia di forti impulsi verso la prospettiva integrativa e multidisciplinare di progetti e competenze. In ambito psicologico, nella ricerca e nella pratica clinica, la maggior parte delle scuole di psicoterapia si muove ormai nella direzione dell’integrazione [1]. L’interesse per l’integrazione è vivo sin dagli albori della nascita della cura psicoanalitica. In un suo lavoro del 1933 Ferenczi [2], scrivendo sul trattamento del trauma precoce in psicoanalisi, ha messo in evidenza come la rigida adesione ai dogmatismi teorici e applicativi dell’orientamento di appartenenza, potessero inficiare la visione del cosa fare per accrescere il benessere del paziente. Nei primi studi sugli effetti della psicoterapia, attraverso le review, i vari autori hanno potuto dare supporto alle proprie posizioni cliniche. Negli ultimi decenni gli studi di meta-analisi, oltre a convenire sull’efficacia dimostrata della psicoterapia [3], hanno evidenziato che le differenze tra i trattamenti sono state sovrastimate e che gli ingredienti specifici dei diversi modelli psicoterapici danno risultati meno soddisfacenti rispetto agli obiettivi di cambiamento prodotti dai fattori o ingredienti generali. La maggior parte degli studiosi che hanno condotto queste ricerche [4, 5, 6] sostengono l’importanza della costruzione di un modello integrato di inferenza causale, in cui sia incluso sia quanto emerso dagli studi di meta-analisi sia quanto messo in risalto dai risultati ottenuti attraverso l’applicazione di confermati standard scientifici [7]. Attualmente esistono diversi approcci che sostanziano il campo teorico/applicativo della psicoterapia integrata e che si basano su diverse definizioni dell’integrazione, muovendosi tra: 1. l’integrazione delle diverse parti esistenziali della persona, 2. l’integrazione di concetti e tecniche per unificare diversi orientamenti, 3. l’integrazione tra la dimensione personale e quella professionale del terapeuta, 4. l’integrazione tra teoria e pratica [1]. Di fatto, alla base dell’integrazione, sin dagli anni Trenta [8] e attualmente con gli studi sull’attaccamento e lo sviluppo infantile e della neurobiologia, nonostante i timori di riduzionismo della pratica clinica, è stato dato rilievo all’efficacia dei fattori comuni negli esiti di cambiamento della terapia verso un miglior essere e un miglior stare del paziente. Tra gli ingredienti generali o fattori comuni, fortemente confermati come fattore critico di successo della terapia, la stragrande maggioranza degli studi riconosce ormai gli elementi relazionali, tra i quali fondamentali sono le qualità e le competenze del terapeuta, le caratteristiche del paziente e, soprattutto, quelle della relazione che si co-costruisce tra i due. Per far si che tutti i “fattori relazionali” siano interconnessi, l’intervento psicoterapico deve essere “ritagliato” sulle caratteristiche specifiche dell’individuo, così come su tutti quegli aspetti complessi ed interconnessi che lo rendono unico [7]. Personalizzare le valutazioni può indirizzare il terapeuta nel definire quali modalità e attività di lavoro potrebbero essere più efficaci, anche per ridurre il rischio di dropout [9¸10]. Uno psicoterapeuta efficace utilizza metodi specifici per ogni paziente, è flessibile rispetto al suo modello di trattamento e lo adatta alle preferenze, valori, culture e bisogni del paziente, pur tenendo conto dei risultati della ricerca empirica. In questo modo egli offre alla persona la possibilità di sperimentare relazioni solide e affidabili, flessibili ma sicure, all’interno delle quali sarà più agevole anche per il paziente porsi in una posizione collaborativa, essenziale per il buon esito del processo terapeutico, dando vita ad una buona alleanza terapeutica. Da quanto scritto finora e da molto, molto altro ancora, ragionando e confrontandomi con gli specialisti che hanno accettato l’invito alla partecipazione a questo progetto editoriale sui possibili tagli da dare ai loro articoli, ho assistito alla produzione di questi manoscritti da “dietro le quinte”, una volta individuati gli argomenti speci-specifici che avrebbero trattato nei loro lavori. L’impegno maggiore è stato quello di trovare un filo conduttore che desse evidenza della specificità Dell’approccio Pluralistico Integrato. Gli autori dei manoscritti sono tutti, per diverse ragioni e simile provenienza formativa, appartenenti al gruppo ASPIC (Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità) e, nello stesso tempo, didatti FISIG (Federazione Italiana Scuole Istituti Gestalt), fondatori della scuola e di ambiti specifici di specializzazione della stessa. Tutti sono terapeuti esperti e con esperienze di formazione ulteriori ed altre rispetto alla formazione della Scuola. Evidentemente allenati al processo di integrazione di diverse tecniche e metodi di intervento, hanno reso il processo di costruzione di questo numero speciale tanto articolato, quanto interessante. Poiché lavorare con un approccio integrato che tiene conto di una multidisciplinarietà e pluralismo di modelli di intervento, sia sul piano teorico che pratico, richiede una ricerca costante di nuovi punti di vista e scoperte del funzionamento del comportamento umano [7], la formazione professionale e la propensione verso la ricerca continue, dovrebbero essere delle costanti nella vita professionale degli psicoterapeuti. E’ in questa direzione che si muove il nostro lavoro, che intende raccogliere alcuni degli aspetti della pratica clinica e della concettualizzazione teorica di professionisti che da tempo utilizzano il Modello Pluralistico Integrato ASPIC [7, 11]. L’augurio e l’aspettativa è che il dialogo realizzato in questo progetto condiviso, crei un valido spazio di integrazione della complessità e di sviluppo delle osservazioni dell’esistente e del futuribile, dove mettere insieme esperienza clinica e ricerca scientifica. Gli articoli pubblicati vertono su argomenti di sostanziale interesse, che riguardano principalmente il topic di cui sopra e le interconnessioni possibili:

  • l’integrazione della psicoterapia gestaltica [11] e tecniche desunte dal modello cognitivo-comportamentale, dalla terapia strategica, il Training Autogeno e la meditazione. Nel lavoro presentato su questi temi, vengono illustrate le metodiche tratte dai diversi modelli utilizzate sia per intervenire nei disturbi d’ansia che per sostenere la paziente adolescente nel fronteggiare le modificazioni comportamentali e gli effetti di disturbo psicoemotivi conseguenti al periodo pandemico. Insieme sono state esplorate anche le difficoltà relazionali e di possibilità di realizzare un sano coming out con i familiari della paziente stessa;

  • l’intervento con l’approccio esperienziale umanistico integrato, che nel caso trattato nel lavoro è stato adattato ai cambiamenti intervenuti nell’adolescente con Disturbo Borderline di Personalità (BPD) e agli obiettivi da raggiungere all’interno del progetto terapeutico. Come sottolineano le autrici, nel tempo la diagnosi di BPD in età evolutiva adolescenziale, ha sempre rappresentato un processo complesso dato che la fase adolescenziale ha insite in sé caratteristiche sovrapponibili a quelle identificabili nel disturbo borderline. La reticenza degli addetti ai lavori a formulare una diagnosi in questa fase, negli ultimi anni ha trovato conforto negli outcome della ricerca scientifica, che hanno evidenziato come il BPD esordisce nel periodo adolescenziale. Tale evidenze hanno sottolineato la necessità di effettuare una diagnosi precoce abbinata ad un trattamento psicoterapeutico efficace [12];

  • il Modello Pluralistico Integrato, viene ampiamente illustrato e spiegato nella sua valenza nel lavoro con il controtransfert nella supervisione clinica. Nell’articolo le autrici affermano che in supervisione, l’analisi del controtransfert è uno strumento di contatto emotivo per elaborare nel qui e ora le gestalt incompiute che interferiscono nel processo psicoterapeutico. Tale intervento permette al supervisionato di aumentare la propria consapevolezza ed essere un terapeuta più efficace ed efficiente. Nel lavoro presentato viene esposta anche l’esperienza diretta di una supervisione in gruppo per illustrare un possibile lavoro con il controtransfert [13];

  • nel manoscritto vengono evidenziati gli importanti cambiamenti che ha subito il lavoro dei terapeuti nel periodo pandemico. Per i professionisti della relazione d’aiuto, tali cambiamenti hanno comportato sia la necessità impellente di modificare l’assetto del setting, passando da un spazio condiviso in presenza ad uno online, con tutte le conseguenze anche critiche del caso. Scopo principale dell’articolo vuole essere quello di illustrare alcuni strumenti utili al clinico, che possano sostenerlo nel lavoro a distanza, in particolare con pazienti ansiosi. Nell’alveo del Modello Pluralistico Integrato, gli autori delineano una possibile integrazione di diverse tecniche terapeutiche d’aiuto al professionista nel muoversi tra differenti modalità di intervento [7];

  • nel lavoro presentato le autrici focalizzano l’attenzione sul costrutto dell’intuizione e sullo scarso riconoscimento che ancora oggi ricerca psicologica dà al suo valore nel lavoro terapeutico e mettono in evidenza lo stato dell’arte degli studi sul costrutto, partendo da quanto emerso dall’osservazione fenomenologica e dalla sua applicazione nella pratica clinica e il riconoscimento delle neuroscienze dell’intuizione come un aspetto fondamentale nel processo di cura. Altro aspetto interessante è l’importanza data alla formazione degli psicoterapeuti attraverso l’Approccio Pluralistico Integrato, al fine di sviluppare un atteggiamento che valorizzi nel loro lavoro l’aspetto intuitivo [14];

  • il lavoro sui Disturbi Alimentari (DA), presenta un esempio di Trattamento Pluralistico Integrato con persone che soffrono tali disturbi [15]. L’intervento è costruito tenendo conto delle caratteristiche transdiagnostiche dei DA e individuando fattori generali e specifici, per arrivare a realizzare un piano di trattamento ambulatoriale di gruppo. Gli obiettivi del progetto di intervento riguardano il recupero di un sano rapporto con: il cibo, il proprio peso, il corpo, la regolazione delle relazioni interpersonali e l’individuazione della propria identità corporea. L’obiettivo è quello di poter offrire all’utenza un servizio efficace.

       Bibliografia

  1. Gilbert, M., & Orlans, V. (2012). Psicoterapia integrativa.100 concetti essenziali e tecniche. Roma. Edizioni Sovera.

  2. Ferenczi, S. (1994). Final contributions to the problems and methods of Psycho-Analysis. London: Karnac. Michel Balint Editore.

  3. Wampold, B. E., & Imel, Z. E. (2020). Il grande dibattito in psicoterapia. L’evidenza della ricerca scientifica avanzata applicata alla clinica. Roma. Armando Editore.

  4. Goodheart, C. D., Kazdin, A. E., & Stenberg, R. J. (2007). Psicoterapia a prova di evidenza. Roma. Edizioni Sovera.

  5. Nicolò, G., & Salvatore, S. (2007). La ricerca sui risultati e sul processo in psicoterapia. Roma. Edizioni Carlo Amore.

  6. Norcross, J. C., Beutler, L. E., & Levan, R. F. (2006). Salute mentale: Trattamenti basati sull’evidenza. Roma. Edizioni Sovera.

  7. Giusti, E., Monatanari, C., & Iannazzo, A. (2021). Psicoterapie pluralistiche integrate. Relazione terapeutica, valutazione DSM-5, modelli e piani di trattamento basati su prove di ricerca scientifica. Roma. Armando Editore.

  8. Rozenweig, S. (1936). Some implicit common factors in diverse methods in psycotherapy. “At last” the Dodo said, “Everybody has won and all must have prizes.” American Journal od Orthpsychiatry, 6, 412-415.

  9. Giusti, E., & Picerni, E. (2020). Lo psicoterapeuta ricercatore. Una guida. Roma. Armando Editore.

  10. Hill, C. E. (2012). Consensual qualitative research. Washington. APA.

  11. Giusti, E., & Rosa, V. (2008). Psicoterapie della Gestalt. Integrazione dell’Evoluzione Pluralistica. Roma. Edizioni Sovera.

  12. Guile, J. M. & Greenfield, B. (2004). Introduction personality disorder in childhood and adolescence. Canadian Child and Adolescent Psychiatry Review. 13 (3), 51-52.

  13. Eellis, M. V. (2017). Narratives of harmful linical supervision. The Clinical Supervisor. 1(36), 20-87.

  14. Libermann, M. D. (2000). Intuition: A social cognitive neuroscience approach. Psychological Bulletin. 126, 109-137.

  15. Spalletta, E., & Florimonte, M. L. (2008). Il trattamento di gruppo della bulimia: un’applicazione breve dell’approccio pluralistico integrato. Integrazione nelle Psicoterapie e nel Counseling, 23/24, 28-42. Roma. Edizioni Scientifiche ASPIC.

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Sommario

Research topic: Un invito all’osservazione delle possibili applicazioni dell’Approccio Pluralistico Integrato nei trattamenti clinici e nella formazione

Guest Editor: Veronica Rosa
A.S.P.I.C. – Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell’Individuo e della Comunità

Sezioni Tematiche

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Psicopatologia fenomenologica

Terapia integrata

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