V. 4 N. 1 (2022): Gennaio - Giugno 2022
Ipotesi e metodi di studio

Il tempo vissuto e l’anticipazione quali momenti prevalenti dell’atto di comprensione della sofferenza psichica

Giuseppe Errico
IPeRS Istituto di Psicologia e Ricerche Sociosanitarie

Pubblicato 25.05.2022

Parole chiave

  • Tempo vissuto, cronodesi, anticipazione

Come citare

Errico, G. (2022). Il tempo vissuto e l’anticipazione quali momenti prevalenti dell’atto di comprensione della sofferenza psichica. Phenomena Journal - Giornale Internazionale Di Psicopatologia, Neuroscienze E Psicoterapia, 4(1), 85–105. https://doi.org/10.32069/PJ.2021.2.159

Abstract

Il campo del tempo vissuto, della previsione del comportamento altrui (anticipazione) e degli accadimenti interpersonali è non solo grandemente complesso ed esteso ma anche continuamente mutevole nel tempo. A partire da tale premessa ci si propone di riflettere sul tempo interiore attraversando i sentieri delle scienze umane, secondo uno stile fenomenologico. Il tempo interiore che percepiamo, che possiamo cogliere nel flusso del pathos durante la sofferenza oscura, può aiutare le persone immerse in uno spazio interiore oscuro e misterioso? E durante tale percorso può esserci d’aiuto l’approccio fenomenologico o antropologico – trasformazionale? Il lavoro costituisce l’occasione per ribadire che lo studio del senso soggettivo/percettivo del tempo interiore e dell’intersoggettività (e di come le emozioni possano influenzarlo) nel campo psicoterapico hanno assunto un ruolo fondamentale. Tutto ciò appare fondamentale sia per la psicoterapia, per la centralità che il tempo vissuto e le emozioni ad esse legate assumono nella vita delle persone in generale, sia per il ruolo che la triade passato-presente-futuroassume nel perseguimento del benessere.

Il tempo interiore, quindi, è al centro di una riflessione sulla sofferenza psichica, sulle prassi mutazionali delle persone (i pazienti imprigionati nella sofferenza oscura) che ci si augura abbia dei risvolti applicativi maggiori nel campo psicologico/psicopatologico. Nel sondare le profondità dell'animo non si possono dunque trascurare il tempo e l'esperienza diversa che ognuno ne fa. Può trattarsi di volta in volta di un tempo sospeso, come nel sogno, o di un tempo frammentato, come nella memoria lacerata di chi soffre di malattie quali l'Alzheimer; può essere il tempo della noia, per chi si sente paralizzato nel presente, o quello della nostalgiadi chi volge lo sguardo al passato, o ancora dell'attesa di chi guarda avanti, al futuro. La tematica del tempo vissuto, inoltre, si lega al tema dell’anticipazione del futuro come modalità di lavoro clinico: a. l’anticipazione nelle relazioni umane (livello intersoggettivo): l’atto della comprensione nei rapporti umani può essere infatti descritto come attività volta a cogliere, con protensione probabilistica, un evento umano nel futuro prossimo (la conoscenza dell’altro è anticipazione del futuro, previsione di ciò che l’altro sta per fare o per dire); b. l’anticipazione nell’attività conoscitiva e della prassi clinica, cioè il disvelamento, l’incremento delle capacità di anticipazione del pensiero e quello dell’adeguata tempestività della prassi terapeutica. Solitamente, e non solo in campo psicologico-psichiatrico, la conoscenza dell’altro o di ciò che accade, durante una relazione umana, è anticipazione dell’altrui azione nel tempo vissuto: è una comprensione interumana e intersoggettiva per ricorrenza (diacronica), o conoscenza di massa (sincronica) o conoscenza di massa per ricorrenza (pancronica).

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